Consigli musicali per questo nuovo anno: “Horst Tappert EP”, Ka Mate Ka Ora

Cover dell'EP Horst Tappert dei Ka Mate Ka Ora (2012)
Quando hai alle spalle due album che hanno definito ampiamente gli orizzonti artistici entro i quali ti muovi è sempre dura essere capace di rinnovare te stesso, dare un’altra forma alle tue intuizioni e plasmarle da capo, non semplicemente riadattarle alle circostanze: sicuramente, nello stendere questo Horst Tappert EP, i Ka Mate Ka Ora si saranno trovati ad affrontare questo problema. Dopo due album come Thick As The Summer Stars e Entertainment In Slow Motion, summe cristalline delle ascendenze e delle intenzioni musicali della band, non dev’essere stato facile porsi in animo di trovare un punto di svolta, e raccogliere le forze per far compiere al proprio modo di suonare e alla propria attitudine quel balzo in avanti che la maggior parte del pubblico, educato all’ascolto inoffensivo della Musica (di qualsiasi musica), probabilmente non si sarebbe atteso.
Horst Tappert EP, dunque: cinque tracce, tre versioni alternative di brani pescati dai due precedenti lavori di studio, un inedito, una cover di lusso, scelta nel repertorio sconfinato di una delle maggiori esperienze musicali dello scorso secolo, quella dei Pink Floyd, e un denominatore comune, la volontà di riscrivere le proprie sonorità in una chiave acustica- folk assolutamente non scontata, venata di tentazioni psichedeliche e raffinatezze compositive. Apre le danze Jasmine’s Lullaby, l’inedito, il consueto sound dei KMKO sorretto da un’inconsueta chitarra acustica, accarezzato da strascichi del suono che abbiamo imparato a conoscere nei capitoli precedenti e lungo il quale le asprezze elettriche restano sullo sfondo, come il lontano lucore del primo sgorgare dell’alba, a sporcare elegantemente la tavolozza dei colori. La successiva All Around, già ascoltata in Thick As The Summer Stars, diventa un autentico pezzo folk, nel quale le venature country s’incarnano nello scontro tra slide guitar e una pioggerella sottile di note provenienti da un inatteso mandolino, in un incedere zoppicante e trascinante che prelude alla rilettura soft di Vincent, brano che apriva Entertainment In Slow Motion e che, spogliato di tutto il suo nervosismo elettrico, lascia spazio ad un delicato intreccio di chitarre sul quale cresce la voce, in questo come in altri episodi molto à la Kozelek, nume tutelare nobile e mai nascosto del nostro trio. Draw si apre su un pulsare ininterrotto di basso e poche note sparse di piano, episodio di rottura lungo lo sviluppo omogeneo di questo ep, ma come nella versione originale cui si riferisce (Draw a Straight Line and Follow it, ancora proveniente da Thick As The Summer Stars) capace di disorientare e scuotere: un’ideale ballad rivoltata come un calzino, dove è il basso a portare la distorsione e nel quale la decostruzione musicale dell’originale la fa da padrona, conducendo ad un risultato finale spiazzante e totalmente nuovo. Chiude questo breve lavoro la già citata cover dei Pink Floyd, If, recuperata dal fantastico Atom Heart Mother (1970): un ABC della psichedelia riveduta e corretta in versione elettroacustica, dove ancora una volta sono le coloriture strumentali a creare un ambiente sonoro ricco, stimolante e compiuto, poche note di chitarra filtrata attraverso un tremolo, leggere distorsioni nelle retrovie, ombre su uno sfondo abbacinante, che donano nuova dinamica e tridimensionalità al brano, già indiscutibile nella versione di Waters e soci (e ci mancherebbe!).
Dicevo all’inizio, il coraggio e la capacità razionale di trovare nuove strade, nuovi orizzonti espressivi: tutto questo traspare inequivocabilmente dal quarto d’ora scarso lungo il quale si consumano queste cinque tracce. Lo slow- core che si respirava nei due album precedenti non viene affatto rinnegato, ma i Ka Mate Ka Ora ci insegnano che esistono molti modi di infondere vita alle proprie idee musicali, alcuni dei quali, senz’altro i meno banali, consistono nel rivoltare il proprio consueto modus operandi per cercare di aprirsi una nuova direzione: è stata sicuramente una sfida rileggere pezzi tanto ben definiti e caratterizzati come Vincent o All Around riuscendo a trasformarli al punto da farne emergere un nuovo significato; è stato sicuramente un azzardo sbriciolare la struttura, già di per sé minimalista, di Draw A Straight Line And Follow It, rimescolarne gli ingredienti e trasformarla in una scheggia di suono a metà tra ballad e oscura marcia psichedelica; è certamente difficile affrontare mostri sacri della storia del rock come i Pink Floyd, talmente inscritti nel pantheon della musica popolare da risultare quasi refrattari a qualsiasi tentativo di rilettura che superi la semplice cover; certo, tutto questo deve essere stato difficile. Ma riuscire in un tentativo del genere, crearsi la possibilità e i presupposti per un nuovo inizio, distingue probabilmente una band che ha qualcosa da dire da centinaia di altre che ripetono a menadito lo stesso stereotipo, comunicando il niente. Allora forse lo slow- core non sarà il vostro genere, forse siete tra quelli che si addormentano al volante se un vostro amico infila nel lettore C’mon dei Low, forse vi viene l’orticaria se qualcuno nomina gli anni ’70 psichedelici (musicalmente e non solo); forse tutto questo può accadere a qualcuno tra voi, non lo nego, ma seguite il consiglio, date una chance alla vera buona musica italiana, che vuole comunicare qualcosa e che sa farlo in molti modi, senza sclerotizzarsi e adagiarsi sugli allori, con coraggio, senso del pericolo, e volontà, perché se un’idea c’è troverà comunque modo di uscire, esprimersi, arrivare a destinazione, e qui quell’idea c’è davvero, e non necessita di battage pubblicitari che conducano allo sfinimento il consumatore, scene cui tutti siamo abituati, ma solo di un misero quarto d’ora del vostro tempo. Horst Tappert EP potrà forse disorientare perfino il fan più accanito del terzetto toscano, ma se sentirete la sensazione che vi manchi il terreno sotto i piedi ricordate questa frase di Hölderlin: “laddove aumenta il pericolo, cresce anche ciò che salva”. E, mi permetto di aggiungere, sbocciano perle che per colore, ricchezza e fascino non hanno eguali in nessun altro luogo al mondo, reale e non.

Potete seguire i Ka Mate Ka Ora attraverso la loro pagina MySpace, il loro spazio WordPress e su Facebook (qui e qui); l’ep invece si scarica gratuitamente da qui. Buon ascolto!!

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