Decameron- Politica, Sesso, Religione e Morte: "la paralisi della critica" nel nostro paese

Tour DecameronUn anno fa scrivevo su questo blog della vergognosa censura subita da Daniele Luttazzi e dal suo Decameron- Politica, Sesso, Religione e Morte ad opera del canale televisivo La7, censura giustificata con la battuta su Giuliano Ferrara ma in realtà dovuta al semplice fatto che la sesta puntata del programma avrebbe dovuto trattare di temi religiosi, in modo apertamente critico nei confronti del vaticano. Questo tanto per ribadire che in Italia non si può nè mai si potrà parlare liberamente ed in modo sarcastico di temi religiosi e dello strapotere vaticano: meglio esercitare la sana, vecchia ipocrisia cattolica, tutti buoni credenti alla luce del sole e poi squallidi pervertiti nel privato. Ma questa è un’altra storia. Quello che voglio raccontarvi è che finalmente ieri sera, dopo un anno, sono tornato a respirare una boccata d’aria fresca: ho avuto la fortuna di poter assistere allo spettacolo di Luttazzie Decameron- il tour presso il teatro Politeama pratese. Ci voleva proprio, dopo un anno così, ed è stato come ritrovare un vecchio amico ma, soprattutto, come riappropriarsi di uno spazio critico sino a ieri negato. Lo spettacolo è consistito essenzialmente di tre parti, una prima di satira squisitamente politica (molto molto intelligente, tra l’altro), una seconda rappresentata proprio dal monologo sulla religione e il vaticano censurato da La7 (con la ormai leggendaria "Cow Crucis", la via crucis delle mucche) ed una terza di battute velenose racchiuse in un’unica frase, "notizie veloci", come le ha definite Luttazzi ("Afghanistan. Ossimoro caduto sotto fuoco amico" o "Scienza. Inutile sperimentare cosmetici sui conigli: sono già graziosi di loro"). Uno spettacolo davvero bello e ricco di spunti, che mi ha permesso di tornare a riflettere, durante una notte tormentata, sul ruolo della satira e sullo stato della critica nelle nostre società. La satira, da che mondo è mondo, è un genere lettarario che, attraverso l’esibizione dell’animalità e del lato più naturale dell’essere umano, ne rivela deformazioni, orrori e l’elemento grottesco; la satira ribalta come un calzino la "realtà indotta" (quel regime marcusiano di finta e levigata "non libertà" nel quale tutti viviamo) col solo potere del paradosso, della risata, del surreale, riportando il vero alla sua forma più propria; esercita una funzione critica nei confronti del sistema e del potere, portando alla luce il lato più vivo e reale delle cose, ancorchè nascosto. Quando si vuole censurare la satira si dice che è volgare, ma non è vero, è semplicemente esplicita; altre volte si dice che "la satira è odio", ma nemmeno questo è vero, la satira è irriverenza. Mi basterebbe citare autori come Marziale o Catullo, ma dovrei supporre che siano stati letti, e nell’ultimo anno mi è salito il forte dubbio che questo non sia mai avvenuto: già dopo la censura dello scorso dicembre ebbi modo a più riprese di citare questi due autori e nessuno ha mai risposto nel merito. Cos’è più volgare, uno spettacolo satirico o la compravendita di posti di lavoro in televisione e sesso a buon mercato di cui abbiamo avuto notizia dalle intercettazioni telefoniche tra politici e manager RAI? "Sesso di scambio", mi viene da dire, ad ogni modo la dimostrazione ennesima del degrado culturale e morale del nostro paese. Fate un pò voi. Basterebbe ricordare che la satira è qualcosa di cui abbiamo forte necessità perchè ci costringe a pensare, a riflettere, a prendere posizione. Non è affatto "satira buona" quella di Striscia la Notizia o del bagaglino (ma poi, che vuol dire "satira buona", chi è che giudica?), programmi nei quali l’esibizione di macchiette o imitazioni dei politici, che insistono quasi sempre sui lati deboli dei personaggi, non fa che rafforzarne il rapporto immediato col pubblico, rendendoli simpatici, "tipici", addirittura. Perchè Berlusconi non si è mai lamentato del "cavaliere mascarato"? Già, chissà perchè… forse perchè questi programmi fanno il suo gioco. Devo assistere ad uno spettacolo di Luttazzi, oggi, in questo paese, per sentir dire quello che penso da molto tempo, e cioè che sono le "storie" che riesci a cucirti addosso a renderti un personaggio vincente: una storia umana che l’elettore possa sentire vicina, appassionante, alla quale sono funzionali anche l’imitazione e l’esibizione delle piccole debolezze, perchè rafforzano il legame emotivo col protagonista. Così, la politica si trasforma in avanspettacolo, un giochetto del tutto autoreferenziale, e assistiamo ogni giorno alla mutazione genetica del cittadino in telespettatore affamato di storie, di colpi di scena cui appassionarsi, incapace di critica e di pensiero libero. Perchè questo è il fulcro dell’intero discorso. Perchè mi piace la satira? Ma perchè esercita il pensiero critico nei confronti del reale, perchè non rinuncia sempre e comunque al conflitto in nome di un dialogo panacea che non risolve i problemi ma li crea (non bisogna mai dimenticare che in fondo il dialogo è una versione edulcorata dello scontro, che è una riduzione in scala della battaglia, che altro non è che la rappresentazione in piccolo di una guerra), perchè sa affrontare questo dialogo nel senso più proprio, che non è quello di intraprenderlo solo a patto di dare ragione sotto banco al tuo interlocutore, ma prendendo parte, prendendo posizione, definendosi e definendo, dando nome alle cose. Tutte attività umane: la satira prende posizione e pertanto è viva, come chiunque sappia mettersi da una parte o dall’altra, perchè questo è la vita, lo diceva Nietzsche, mica io, mica bruscolini. Ecco qual è la dimensione negata nella nostra "modernità", la dimensione critica: la società ci rende, sempre per dirla con Marcuse, monodimensionali, inoffensivi. Io questo problema lo sento, al punto da avergli dedicato un disco e almeno una canzone: chissà se qualcuno l’ha capito. E così, mentre veniamo sepolti da una marea sempre crescente di circenses, scopro che a me questa dimensione manca, che a me manca anche Daniele Luttazzi, che mi mancano tutte le voci critiche, e scopro che mi sento solo. A voi manca Daniele Luttazzi, almeno un pò? Restiamo tutti qui, inebetiti, mentre tutto ciò che ci rende uomini liberi cade, nessun diritto, nessun dovere, ognun per sè. E dio contro tutti. E con questa, chiudo con le citazioni. Grazie Daniele per il bello spettacolo, e alla prossima!

20 Risposte a “Decameron- Politica, Sesso, Religione e Morte: "la paralisi della critica" nel nostro paese”

  1. Grazie per aver sintetizzato lo spettacolo che non ho ancora potuto vedere.

    Certo che se aspettiamo il ritorno di Luttazzi in televisione, cosa più che opportun, temo che diventeremo vecchi!

    Ciao

  2. @RosaAzzurra: la mia, ovviamente, era solo una domanda retorica! 🙂 benvenuta sul blog, torna a trovarmi quando vuoi!

    @paoloborrello: temo anch’io che aspetterem(m)o all’infinito… comunque, se hai occasione, lo spettacolo te lo consiglio assolutamente. Ciao, a presto, estendo anche a te, ovviamente, l’invito a passare di qui quando vuoi!

    @ut0pia: la tua è sempre una presenza gradita… e sì, l’immagine è davvero clamorosa! eheh! 😉

  3. Secondo me, in tutto questo, è importante non dimenticare due cose fondamentali:

    “scrivevo su questo blog della vergognosa censura subita da Daniele Luttazzi”

    1) Si può parlare di censura se il cnale è pubblico, come un canale RAI: un editore privato, nella sua rete, è A CASA PROPRIA e quindi A CASA PROPRIA ha il SACROSANTO DIRITTO di decidere cosa trasmettere e cosa no: oppure io potrei salire sulla tua automobile anche SENZA il tuo permesso, perché sennò mi staresti facendo una censura? Ma andiamo. una con le sue cose fa quel che vuole, anche se si tratta di una rete televisiva.

    “giustificata con la battuta su Giuliano Ferrara ma in realtà dovuta al semplice fatto che la sesta puntata del programma avrebbe dovuto trattare di temi religiosi, in modo apertamente critico nei confronti del vaticano”

    2) Ditemi quale tribunale accetterebbe un’ILLAZIONE come prova. Massù, non c’è nessuna intercettazione, niente di niente che possa, oltre al sospetto (legittimo, per carità: questo non lo escludo) PERSONALE, giustificare un’affermazione del genere.

    E’ importante restare lucidi, perché si è schiavi non solo ogni volta che ci si sottomette alla volontà altrui, ma anche quando vi si reagisce alla cieca, per impulso e fastidio. Ci vuole lucidità se vogliamo sgamare questa gente, per evitare di lasciar loro ogni margine di attacco verso le nostre critiche. E queste affermazioni invece, scusatemi, fanno acqua da tutte le parti.

  4. @Anarcadia: ho usato consapevolmente il termine “censura”, perchè ritengo che di questo si tratti. Certo, La7 non è una rete pubblica, e ognuno a casa sua fa ciò che vuole; magari le mie saranno solo “illazioni”, come scrivi, fatto è che il programma è stato cancellato a puntino poche ore prima che andasse in onda un monologo fortemente critico nei confronti della religione e di un centro di potere, il vaticano, che in Italia ha influenza pressoché dovunque. Questa può essere solo un’illazione, ma vista la grande indignazione del direttore del tg di La7, Antonello Piroso, fin dalla prima puntata del programma di Luttazzi, allorchè il nostro, nei suoi “dialoghi platonici”, si permise di parlare dello scottante argomento della pedofilia nella Chiesa, forse è un’illazione giustificata: mi sembra che più di una persona abbia storto il naso per i “contenuti” del programma di Luttazzi, ed è evidente come la battuta su Ferrara sia stato un pretesto per la sua cancellazione. Anche perchè, se ben ricordate, la battuta era andata in onda la settimana precedente, e per 7 giorni non se ne era parlato. Improvvisamente, il giorno della messa in onda del monologo incriminato, si scopre che la battuta era fastidiosa, e per quella “offesa” si sceglie di chiudere tutto. Non so, io sento puzza di bruciato, e a me il sospetto viene. Avendo ascoltato il monologo, tra l’altro, non mi sorprende che si siano fatte pressioni perchè non andasse in onda. Solo illazioni? Può darsi. Io esprimo un mio parere (e parlo delle mie impressioni) e non pretendo che tu sia d’accordo, ovviamente.

    Ti posso solo dire che le mie non sono reazioni “alla cieca”, come le hai definite, può pure darsi che siano “illazioni” ma non le ritengo immotivate. Indubbiamente c’è una componente di indignazione, che in me non si è ancora spenta, ma non me ne vergogno nemmeno un pò. Alla luce di quello che è successo e che ancora succede, quello che ho scritto non mi sembra fare così tanta “acqua”.

  5. Che poi, siamo onesti, si parli di censura o non, il risultato è sempre lo stesso, e cioè che un monologo satirico su un argomento scomodo non è andato in onda, e certamente non perchè desse fastidio a me. Ciascuno usi i termini che preferisce.

  6. Leggo solo ora il tuo post e, come sempre, lo condivido. Non ho visto lo spettacolo di Luttazzi…spero che ne facciano un DVD.

    Ciao ciao

    quentin84

  7. @Hias, il mio è un invito a non farci trascinare dalla rabbia. Questa gente sa come agire, e se sul fronte avverso trova questa approssimazione, ci si mangia in un boccone.

    Io sono d’accordo su tutto, e sono certo che le tue (beh, non tue: è Luttazzi stesso che le ha fatte)illazioni abbiano cognizione di causa. Però ciò non toglie che siano illazioni, e che illazioni del genere vadano bene per farci sopra una sarcastica sàtira d’accusa, magari, ma non una denuncia sociale.

    E poi questa cosa della censura: dobbiam odecidere, vogliamo la democrazia liberale, oppure no? Se vogliamo essere liberali, essere liberali non significa SOLTANTO che ognuno possa dire quel che crede, ma anche che chi detenga una proprietà (fosse anche una rete televisiva) ne disponga COME MEGLIO CREDE.

    La7 aveva un contratto con Luttazzi ch’è stato sciolo unilateralmente per motivi chi lo sa perché? Pagherà una penale s’era prevista da contratto, e ciccia, il resto è aria fritta, temo, e lo dico nell’interesse della lotta, credimi: perché non si può fare i liberali quando si vuol parlare, e poi volere imporre i contenuti pròpri a casa degli altri smentendo se stessi: è ridicolo, ci si rende ridicoli e si perde credibilità, ci si rende vulnerabili agli attacchi e questa gentaglia che agisce come giustamente dici, di tutto ha bisogno tranne che noi siamo così sprovveduti da prestargli il fianco come temo otteniamo con articoli di questo tipo.

    Credo tu possa intuire che le mie osservazioni, in tutto ciò, nulla tolgano al rispetto verso te come interlocutore, anzi: è con chi si ritiene capace di intendere le cose, che si accètta di spendere del tempo per spiegare le proprie ragioni, non trovi? ;D

  8. @Hias, giusto per farti un esempio: vedi il #9?

    “come sempre, lo condivido. Non ho visto lo spettacolo di Luttazzi”

    Manco l’ha visto, però “condivide”, perché l’importante è dare contro ai padroni.

    No, l’importante è avere la testa, sia per non farsi prendere per il culo dai padroni, sia per non farsi trascinare contro i mulini a vento dall’insofferenza.

  9. Capisco quello che vuoi dire, e non ho mai supposto che mancassi di rispetto nei miei confronti o nei confronti di quello che scrivo, e se così ti è parso me ne scuso. Concordo con te sul non offrir scuse per farci zittire in malo modo, ma credo che denunciare certe storture alla fine sia necessario, e questo ho voluto fare, come certamente avrai capito. Poi, devo ammettere di essere abbastanza insofferente alle questioni terminologiche, “censura” o “non censura” il risultato è lo stesso, e credo che questo debba essere denunciato. La “paralisi della critica” si ha anche quando le voci effettivamente critiche vengono messe a tacere, censurate o chissà cos’altro: io dico che bisogna tenere alta la guardia, e non mi stancherò mai di ripeterlo.

    Ah, il #9 lo conosco proprio personalmente, era un vecchio compagno di liceo, non è uno di quelli infoiati ed ideologizzati che non vedono un metro oltre il proprio naso, e credo volesse soltanto dire che condivide la mia denuncia. A proposito, ciao quentin!

    Buon fine settimana!

  10. Sì volevo dire proprio che condivido la tua denuncia, Hias. E anche se non ho avuto modo di vedere lo spettacolo in questione, seguivo Luttazzi in televisione fin dai tempi di Mai dire gol e ho letto anche alcuni suoi libri quindi conosco bene e apprezzo la sua satira. Posso dire che lo considero uno dei migliori artisti satirici che abbiamo in Italia. Tra l’altro il monologo sulla Chiesa l’avevo comunque letto su l’Unità tempo fa. questo per chiarire che so chi è Luttazzi e se lo apprezzo è perchè mi fa ridere e pensare e non per “furore ideologico”.

    Sulla questione “censura-non censura” vorrei solo dire che la7 quando ha assunto Luttazzi sapeva benissimo chi era e qual’era la sua comicità. Sia la battuta su Ferrara che il monologo sulla religione sono totalmente in linea con la sua satira che i dirigenti della rete conoscevano (o avrebbero dovuto conoscere) bene, che sia stato per un motivo o per l’altro lo sbaglio lo ha commesso la rete nel momento in cui ha assunto un comico famoso per la sua irriverenza verso tutto e tutti e la sua voluta “sgradevolezza” (assicurandogli piena libertà, fra l’altro) per poi cacciarlo via solo perchè è stato se stesso.

    Oltretutto Luttazzi è irriverente, ma non è uno che ci gode a essere cacciato dalla TV (come forse molti credono). Sa anche essere prudente e accorto: quando stava a Mai dire concordava prima sempre con la Gialappa’s le battute , se i gialappi ritenevano una battuta troppo forte glielo dicevano e lui la limava o la cambiava. Non so se anche a La7 abbia seguito lo stesso metodo, ma resta il fatto che la puntata con la battuta “incriminata” è andata in onda pure in replica senza alcun problema.

    ciao ciao, Hias!

    quentin84

  11. Capisco tutto, davvero, anche che sapessero chi fosse Luttazzi. Però una frase del genere:

    “il risultato è lo stesso”

    la trovo poco pertinente, sia perché “censura” o NON CENSURA cambia eccome (nel primo caso la protesta è legittima, nel secondo, tutto si riduce a una questione di gusti. Se lo Stato vieta a qualcuno di parlare è censura, mentre se te prima mi inviti a casa tua e poi mi cacci perché SECONDO TE ho offeso tua moglie, beh, io potrò anche pensare che tu mi abbia frainteso o che abbia trovato una scusa, però cazzo, hai tutto il diritto di farmi uscire da casa tua!), sia perché il risultato, di conseguenza, NON E’ lo stesso (si confonde il non poter dire tutto quello che ci va IN CASA D’ALTRI, il che, se permetti, è un sacrosanto diritto del padrone di casa).

    Comunque non insisto, questo è ciò che mi pare evidente, anzi, grazie dell’osptalità ;D

  12. “si confonde il non poter dire tutto quello che ci va IN CASA D’ALTRI, il che, se permetti, è un sacrosanto diritto del padrone di casa….

    …CON LA CENSURA”, volevo dire (scrivere), ahahah! ^^’

  13. @Anarcadia: ma figurati, qui siete sempre tutti ben accetti, non c’è niente da ringraziare per l’ospitalità, ci mancherebbe! Si discute, a volte anche animatamente, ma d’altro canto il succo è questo, no? Se non si porta mai avanti una discussione, tanto vale chiudere, quindi sentiti sempre il benvenuto.

    Comunque sì, capisco quello che dici, e non ho certo in mente di fare processi alle intenzioni, ma credo che il programma di Luttazzi sia stato chiuso per un preciso motivo, e questo non me lo leva dalla testa nessuno. Quindi, anche se non la possiamo definire censura, di fatto censura è stata, perchè, con la rescissione di un contratto (cosa peraltro del tutto legale), si è impedito che qualcuno dicesse determinate cose che non andavano bene a qualcun altro. Considerando che, pure con tutto il buon senso, la storia della battuta su Ferrara non regge (se non altro per tutte le circostanze ricordate anche da quentin), devo dedurne che “la moglie di cui l’ospite parla male” in questo caso sia il vaticano. Comunque mi pare una faccenda triste. Tra l’altro qui si inverte l’ordine dei fattori: non è che Luttazzi abbia parlato male del papa e perciò il suo programma sia stato chiuso. Non ha avuto nemmeno il tempo di farlo, se pure avesse voluto. E io (mi dispiace) mi rifarò ad illazioni e a tutto ciò che ti pare, ma la storia di Ferrara non me la bevo.

    Spero che tornerai da queste parti!

    Ciaoooo!

    @quentin: Non ti preoccupare, vecchio mio, non ti abbiamo preso per un’estremista coi paraocchi! 😉

  14. Spero di postare un’altra cosuccia prima di Natale, non dovessi farcela… intanto faccio a tutti i miei auguri di buone feste! 🙂

  15. Ciao Hias,

    Ti auguro un sereno Natale ed uno scintillante anno nuovo, ricco di felicità e prosperità!

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