Caso Travaglio: e il PD??

Affinchè non si cessi improvvisamente di indignarsi appena la notizia non è più "calda"; affinchè non si possa dire che facciamo il loro gioco, lasciando cadere tutto nel dimenticatoio e derubricando la verità a pettegolezzo; perchè si sappia che in giro c’è anche chi non si allinea placido placido chinando la testa, scriviamo ancora qualcosina sul caso Travaglio. Direte, cos’altro si può aggiungere a quanto già detto? Beh, possiamo aggiungere che si sta sempre più marcatamente e scopertamente realizzando il ragionamento di Marcuse sulla "società senza opposizione" (cfr. "L’Uomo a una dimensione", Einaudi), nella quale i due principali partiti si appiattiscono su posizioni non più distinguibili al solo scopo di spartirsi periodicamente il potere infliggendosi reciprocamente quanti meno danni possibili.
Va bene, lo so, penserete ch’io stia esagerando, ma francamente non credo che le cose siano assai più rosee. La vicenda Travaglio è esemplificativa di un certo "nuovo" (?) modo di fare politica, del quale anche il PD vuole farsi, programmaticamente, portavoce (fingiamo per un momento che questo modo sia "nuovo" e non solo la solita vecchia minestra riscaldata): dopo l’ospitata del giornalista a "Che Tempo Che Fa", è partita la reprimenda di Gasparri e di tutta la destra italiana (ovviamente, cercavano una scusa per avanzare verso la spartizione della RAI; se poi, oltre a questo, si riesce anche a far fuori qualche voce scomoda, tanto meglio!). Ovvio, scontato. E l’opposizione? Oh, beh, concorda con la maggioranza. Due voci si sono levate dalle fila del PD per commentare la vicenda, quelle di Luciano Violante e Anna Finocchiaro. E come hanno commentato? Il primo riducendo le parole (e i fatti, tutti ben documentati, esposti da Travaglio in trasmissione) a mero "pettegolezzo", la seconda dichiarandosi sconvolta dal comportamento inaccettabile del giornalista ed introducendo un interessantissimo, brillantissimo e finora ignoto concetto secondo il quale nessun giornalista può parlare dei fatti senza un adeguato contraddittorio (la parola "fatti" è scritta in grassetto non per caso). A questo punto, come interpretare la posizione del PD sulla vicenda? Qualcuno obietterà: ma non è la posizione del PD, è quella di due singoli esponenti dello schieramento. Peccato però, rispondo, che uno dei due sia il capogruppo al Senato del partito in questione (la Finocchiaro, che fin qui si era distinta come una persona davvero perbene: spero che, quale che sia l’entità che la possiede attualmente, abbandoni quanto prima quel povero corpo). Sulla questione può far bene andarsi a leggere l’articolo di Furio Colombo pubblicato su "l’Unità" di quest’oggi (purtroppo non ne è disponibile una copia online, ed il pezzo è un pò lungo da trascrivere tutto… magari posterò un paio di scan più tardi), dall’indicativo titolo "Travaglio o Schifani? Il Silenzio dell’Opposizione": Colombo ricorda nell’articolo come le parole di Travaglio siano a tutti gli effetti cronaca (cronaca giudiziaria), e non favolette, e soprattutto mette in guardia dal commettere l’errore fatale di giudicare intoccabile un personaggio soltanto in virtù della carica che riveste ("E’ vero, la carica è alta e nobile e chiede rispetto. Questo rispetto ha due facce. La prima riguarda l’istituzione, la seconda è quella del cittadino di un Paese democratico"). Una carica non può, solo per il suo valore, rendere intoccabile chi la riveste, ed il rispetto che è dovuto a Schifani è quello dovuto a qualunque cittadino italiano: eppure, in Italia è vietato aprire bocca e parlare del potere (e dei gruppi di potere, e dei trascorsi e delle "vicende scomode" nelle quali sono coinvolti coloro che il potere lo esercitano) quando non lo si faccia con intento celebrativo. Resta da chiedersi perchè mai un partito che si vuole moderno, come il PD, si appiattisca su posizioni di questo genere, da "dittatura mediatica" (nemmeno tanto soft). Scrive Colombo: Secondo il Corriere della Sera (12 maggio) il senso delle iniziative di Finocchiaro e Violante è questo: "se state dalla parte di Santoro e Travaglio, continueremo a perdere (le elezioni, ndr) per dieci anni". Non siamo mai stati buoni profeti, a sinistra, sul possibile esito delle elezioni, nè sempre geniali nello scegliere le strategie. Sul futuro è presto per parlare. Ma il presente è impegno per la libertà di informazione, è determinazione a impedire che vi siano santoni intoccabili e temi che non possono essere neppure nominati. […] sogniamo una opposizione che fa l’opposizione a partire dalla difesa della libertà dei giornalisti. Vorremmo ricordare al governo ombra che esiste un paese ombra che, come succede a tutti i governi, chiederà conto dell’azione di governare. E non suggerisco di cominciare schierandosi dalla parte della RAI che si inchina e che si scusa prima ancora di sapere di che cosa si sta parlando.
C’è poco altro da aggiungere. Mi chiedo come possa pensare, questo PD, di rappresentare anche chi il voto l’ha dato a sinistra alle ultime elezioni: al di là dei buoni propositi, un partito che sostiene posizioni di questo genere non può in alcun modo adempiere a tale compito. La libertà di informazione, e quindi la libertà di stampa, e giù fino alla libertà di pensiero, sono conquiste troppo importanti per giocarsele in questo modo: c’è tanto giornalismo asservito, basta farsi un giretto in edicola, o un pò di zapping su quella fogna che è diventata la tv, per rendersene conto, e cercare di tappare la bocca a chi un pò di verità continua a dirla è qualcosa di inaccettabile. Il PD si sta rivelando troppo tenero (o comunque poco deciso, incapace di esprimere una posizione realmente alternativa) in questi primi "vagiti" dell’opposizione; speriamo che questa tendenza sia presto smentita, anche se probabilmente i timori di Colombo, espressi nel citato articolo del Corriere, trovano conferma anche nella scelta di escludere l’IdV dal sedicente "governo ombra". Ho la forte impressione che il PD abbia deciso di giocare sul campo della destra, accettando tante piccole "regole", rispondendo a troppe "parole d’ordine", e chiudendo troppo spesso un’occhio. Apprezzo il tentativo di Veltroni di sottrarsi ad una politica fatta di linciaggio, perchè se c’è una cosa di cui questo paese ha necessità è una sana dialettica democratica (diciamo che è un pò l’ultima ratio, per la nostra Italia): ho tuttavia la certezza che le basi di questa dialettica dovrebbero essere altre, non certo quelle imposte dalla PDL, liberticide e padronali. Questa è una pagina disperata, ma anche un appello. Svegliatevi, se è il cambiamento che volete davvero.

Postilla. Schifani ha querelato Travaglio per calunnia. Leggete questo: glielo dico io o glielo dite voi che allora dovrebbe querelare se stesso?

6 Risposte a “Caso Travaglio: e il PD??”

  1. Anch’io ho letto con grande interesse e piacere l’articolo di Colombo..ovviamente c’è poco da aggiungere..speriamo che il Pd si svegli dato che è rimasto il solo grande partito d’opposizione in Parlamento.

    Ciao!

    quentin84

  2. Purtroppo, se devo dirtela tutta, attualmente non sono molto ottimista… staremo a vedere: di certo, sono partiti col piede sbagliatissimo, a mio modo di vedere.

    Ciao!

  3. Credo che il PD non si sveglierà per niente, e lo dico con rammarico in quanto loro elettore. Quello che è successo con il caso Travaglio non è altro che la dimostrazione che il popolo italiano viene alimentato con una informazione falsa o per lo meno tendenziosa. Fino a quando le persone rimarranno all’oscuro dei fatti il cambiamento non potrà avvenire. Siamo nella merda.

    In gamba!

    Ale

  4. Ciò che hai scritto riguardo al fatto che ormai le intenzioni dei due partiti siano le stesse, giungendo a definirsi come un”unica dimensione di orientamenti, mirata a fare gli interessi di una casta fintamente scissa dai colori (e dagli ideali) politici, in verità molto più accomunata dalla voglia di preservare i propri interessi, incolori ed a-politici….è cosa tristemenete nota da diversi anni, specialmente in Italia.

    Il fatto che la mafia sia di destra o l’illegalità di sinistra sono storie vecchie che si aggrappano affnnosamente a vetusti luoghi comuni.

    La truiste verità, purtroppo, è che entrambi i difetti si sono fusi in due schieramenti che hanno il sapore di un’unica coalizione, senza, ovviamente, aver mantenuto quei rari pregi che li caratterizzavano.

  5. @FamChinaski: ahimè, anch’io temo che non si sveglieranno…

    @Richm0nd: che dire? Concordo con te. La mia citazione di Marcuse voleva restituire l’idea, che a me sembra ormai innegabile, di una società che cerca di perpetuare se stessa e, a questo scopo, utilizza tutti i mezzi che la tecnologia gli fornisce… non è complottismo, sia chiaro: è proprio una weltanschauung.

    Ciao! 😉

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