Encicliche e vecchi merletti…

Seconda enciclica di Benedetto XVI: ”Non è la scienza che redime l’uomo”
”Marxismo e Illuminismo sono speranze terrene fallite”, scrive il Santo Padre in ‘Spe Salvi’. Sull’ateismo: ”E’ una protesta contro Dio e le ingiustizie del mondo”. Nel documento, diffuso oggi dal Vaticano, gli insegnamenti per indurre l’uomo contemporaneo a sperare.
Città del Vaticano, 30 nov. (Adnkronos/Ign) – Il cristianesimo è la speranza che spalanca all’uomo le porte scure del tempo. E’ questo uno dei concetti chiave della nuova enciclica di Benedetto XVI (nella foto) dal titolo ‘Spe salvi’, salvati nella speranza , diffusa oggi dal Vaticano.
Il testo, lungo 77 pagine, è la seconda enciclica di Papa Ratzinger, dopo ‘Deus Caritas est’, in cui il Pontefice spiegava ai cristiani in cosa consiste l’amore di Dio. In ‘Spe salvi’, invece, sono racchiusi gli insegnamenti per indurre l’uomo contemporaneo a sperare.
”Non è la scienza che redime l’uomo, l’uomo è redento mediante l’amore”, scrive il Papa, descrivendo il senso della speranza cristiana in un’epoca dominata dalla fede nella scienza e nella tecnica. ”La restaurazione del Paradiso perduto non si attende più dalla fede ma dal progresso tecnico scientifico, da cui – si ritiene – potrà emergere il ”regno dell’uomo”. La speranza diventa così ”fede nel progresso”. ”Ma l’uomo – spiega il Pontefice – non può mai essere redento semplicemente dall’esterno”.
Già: potremmo provare a guarire dai tumori con la fede. Chissà… casi di remissione spontanea ne esistono eccome, ma il fatto che certe cose accadano non significa che siano inspiegabili, ma semplicemente che non siamo ancora in grado di spiegarle. Non si tratta di positivismo: la scienza può aiutare l’uomo, ma per farlo non deve sottostare ai diktat di quattro vecchioni imparruccati e vestiti di bianco. La verità è che siamo ai minimi storici: la chiesa di Ratzinger, come già quella di Papa Giovanni Paolo II (che però aveva l’indubbio merito di saper vendere meglio la propria merce) è un organismo biecamente conservatore, ma, mi chiedo, è ma è mai stata diversa? Vede svanire il proprio potere a poco a poco e tenta di recuperarlo e rinfocolare la propria potenza spingendo sul tasto del fondamentalismo. Perché è lì che stiamo andando a finire.
La redenzione mediante l’amore, spiega il Papa, ”vale già nell’ambito puramente intramondano”. ”La vera grande speranza dell’uomo, che resiste nonostante tutte le delusioni, può essere solo Dio, il Dio – continua – che ci ha amati e ci ama tuttora sino alla fine”.
E’ la speranza, afferma papa Ratzinger, che permette a tanti cristiani di affrontare le persecuzioni e il martirio opponendosi ”allo strapotere dell’ideologia e dei suoi organi d’informazione” rendendoli così capaci di rinnovare il mondo.
Il Martirio testimonianza di verità? Mah… già uno come Nietzsche non ne era convinto, mica sono il primo. Il Marxismo e l’Illuminismo, scrive il Pontefice, sono le due grandi speranze moderne dell’uomo che si sono contrapposte alla visione cristiana, hanno cioè relegato Cristo e la fede in un ambito individuale affinché il campo della storia fosse governato solo dall’uomo e dai suoi disegni di felicità. Ma tali prospettive sono miseramente fallite.
E’ vero. Meglio l’oscurantismo ed il fondamentalismo cattolico: mi fido di più di una chiesa che ha difeso ed ha parteggiato con tutti i regimi fascisti, quando ufficialmente, quando col silenzio, la peggiore delle armi, l’ipocrisia. Bravi.
Benedetto XVI analizza le utopie terrene che hanno cercato di sostituire Dio: ”Due tappe essenziali della concretizzazione politica di questa speranza” sono state la Rivoluzione francese e quella marxista. Di fronte agli sviluppi della Rivoluzione francese, ”l’Europa dell’Illuminismo ha dovuto riflettere in modo nuovo su ragione e libertà”. La rivoluzione proletaria d’altra parte ha lasciato ”dietro di sé una distruzione desolante”. ”L’errore fondamentale di Marx” è stato questo: ”Ha dimenticato l’uomo e ha dimenticato la sua libertà. Credeva che una volta messa a posto l’economia tutto sarebbe stato a posto. Il suo vero errore è il materialismo”. ”Diciamolo ora in modo molto semplice – scrive il Papa – l’uomo ha bisogno di Dio, altrimenti resta privo di speranza”. Mi spiace deluderti, Ratzy: io sto benissimo anche così. Non è che forse estremizzi un po’??? L’ateismo dell”800 e del ‘900 è una forma di moralismo: è una protesta contro le ingiustizie del mondo che proprio per questo non può essere opera di Dio. Ratzinger prova a spiegare perché di fronte alle correnti del progresso sia entrato in crisi il pensiero del Giudizio di Dio. ”Se di fronte alla sofferenza di questo mondo – osserva nella sua analisi il Pontefice – la protesta contro Dio è comprensibile, la pretesa che l’umanità possa e debba fare ciò che nessun Dio fa né è in grado di fare, è presuntuosa e intrinsecamente non vera”. ”Che da tale premessa – prosegue – siano conseguite le più grandi crudeltà e violazioni della giustizia non è un caso, ma è fondato nella falsità intrinseca di questa pretesa. Un mondo che si deve creare da sé la sua giustizia è un mondo senza speranza”.
Vero: aspettiamo che tu ce ne dia una, allora, o chi per te. Scommetto che sai bene cosa dovremmo fare.
La nuova enciclica del Papa, afferma Padre Federico Lombardi in una nota diffusa oggi dalla Sala stampa vaticana, si pone ”ancora una volta in una prospettiva di dialogo, di aiuto reciproco fra ragione e fede” e vi si afferma "il principio di un’autocritica dell’età moderna in dialogo con il cristianesimo”.
Ma per esempio, vorrei nel mio piccolo dare un consiglio: e se provaste, per una volta, a fare un’autocritica del cristianesimo? Secondo me, vi farebbe bene. “Aiuto reciproco tra ragione e fede”, prospettive di dialogo: come dire, alla luce dell’enciclica, “dialoghiamo sì, ma a patto che ci venga data ragione”. Bell’idea di dialogo, non c’è che dire.

A questo punto, mi tocca prendere atto definitivamente del fatto che la pensiamo in modo troppo diverso, caro Ratzy: figurati, io sono convinto che la scomparsa di tutte le religioni (da quelle rivelate, a quelle, moderne, del denaro, della violenza etc. etc.) sarebbe il primo passo verso la soluzione di tutti i problemi del mondo… definire l’illuminismo un fallimento! Come se non avesse significato nulla! Cosa direbbe Kant, per il quale l’illuminismo rappresentava la maggiore età dell’uomo, che diveniva capace di pensare da solo, di riflettere da solo, di ragionare da solo? Ma non è un mistero che a questa gente faccia paura il libero pensiero, la capacità, la voglia di esprimere il proprio giudizio in merito alle questioni: il cattolico ideale è come un bambino, da solo non può fare nulla (CL docet), non deve fare nulla, legge un solo libro (spesso nemmeno quello giusto e scontato, in questo caso, e cioè la Bibbia: ri- CL docet) e non si fa domande. Lascia che qualcun altro decida al posto suo. Il cristianesimo di Ratzy mi sembra lontano mille miglia persino dai cattolici più illuminati: figurarsi che un Dante, secoli e secoli addietro, poteva permettersi pensieri, idee e ragionamenti che oggi al perfetto cattolico immaginato da ‘sti tizi (ovvero, una specie di “cervello insonorizzato”) non verrebbero mai perdonate. Che dire? Sarebbe facile cadere nelle battutine, nella violenza verbale, ma preferirei non mettermi al livello di questi signori. Mi reputo ateo e non mi sento per niente una brutta persona; non capisco perché dovrei ammettere ad ogni costo di sbagliare tutto e convertirmi subito al cristianesimo. Non ho mai fatto le crociate. Non ho mai bruciato nessuno sul rogo. Non ho mai bruciato o messo all’indice libri che non mi piacevano. Non ho mai appoggiato regimi fascisti o dittature militari solo perché mi assicuravano il potere, il denaro, l’immunità ed un bel po’ di nuovi fedeli (forzati o non). Non ho mai cercato di convertire nessuno con ogni mezzo. Non mi sono mai domandato, nemmeno per sbaglio, se qualcuno diverso da me possedesse o meno un’anima. Non ho mai passato il mio tempo a violentare i bambini della mia parrocchia facendola franca perché, nel frattempo, chi di dovere prendeva precauzioni e mi trasferiva, di modo che potessi continuare impunito a fare cose del genere. Non ho mai confuso l’etica con l’obbligo, la morale con il bigottismo. Certo, come ogni uomo anch’io, che in Dio non credo, compio i miei sbagli, a volte faccio cose di cui non vado fiero ma, e non è per vantarmi, non mi sognerei mai di andare a dare lezioni di morale a qualcuno con un bagaglio così sulle spalle…
Vabbè, non mi si fraintenda: il dialogo è giusto (anzi, è fondamentale mettersi in contatto con le sensibilità "altre", alternative alla nostra, chiaramente nel rispetto reciproco), ma con queste premesse, secondo me, si va poco lontano…

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