Io sto col movimento

Ieri a Roma io c’ero. Eravamo ben più di 100.000 e credo che le foto che a breve pubblicherò potranno dimostrarlo. Abbiamo bloccato l’intero raccordo anulare marciando in corteo, abbiamo intasato tutta la metropolitana di Roma (entravamo in metro scaglionati, per evitare di aggravare il blocco totale che già alle 9.00 si era verificato), abbiamo riempito piazza Venezia, abbiamo circondato il Ministero e abbiamo chiesto di essere ascoltati. Il problema non siamo noi, il problema è chi non ti ascolta, ostenta disprezzo e ti tiene in poco conto, trattandoti come un imbecille o un "facinoroso". E’ il nostro futuro, il futuro di noi tutti e spero che prima o poi ve (se) ne renderete (renderanno) conto. Io credo in questo Movimento e credo che quest’onda che si è sollevata possa portare a qualcosa, e spero e mi auguro e farò tutto il possibile da parte mia perchè le nostre istanze non muoiano nella sterilità, perchè non si ceda ai ricatti e alle provocazioni, come quelle di mercoledì scorso, di cui si parla nel video che ho aggiunto. Non siamo noi ad essere strumentalizzati, magari sono i dati della questura, le televisioni ed i mezzi di comunicazione che ci danno acriticamente contro, da bravi "galoppini" del capo. Un bell’applauso! Forse non eravamo 100.000, forse non eravamo un milione: cambia poi molto? Quest’ondata di dissenso non è solo indolenza, scarsa voglia di studiare, nessuno difende baronie e costumi indifendibili che, negli anni, hanno condotto al tracollo delle università. Nessuno nega che una riforma serva, ma non è possibile pensare di tagliare miliardi all’istruzione senza un progetto organico, solo per trovare soldi per furti (si, ho detto furti, vere e proprie fregature) come la vicenda C.A.I. per Alitalia o altre cose ancora (solo per guardare ad un passato che non passa, se è vero com’è vero che il taglio sui libri di testo andrà in particolar modo a vantaggio di un editore, e tirate a indovinare chi, non dimentichiamo che, in una delle ultime finanziarie del vecchio governo Berlusconi, all’istruzione si dedicavano gli stessi fondi dedicati alla promozione del digitale terrestre, con gli incentivi per chi acquistasse un decoder, strumenti all’epoca forniti da un’azienda facente capo a… chi? Sto forse semplificando, ma tirate ancora a indovinare). Noi vogliamo una riforma organica, ma non si può ridurre una riforma ad un taglio di bilancio senza confrontarsi con chi domani si troverà nella merda (e perdonate il francesismo) o, per esser più chiari, defraudato del proprio futuro.
Credo che il nostro Movimento stia portando avanti istanze essenziali, facendo richieste precise e legittime, dicendosi disposto ad una dialettica che però non sia semplice panacea nè tantomeno semplice battimani nei confronti del Grande Capo, ma tenga davvero conto delle idee e dei contributi di tutti. Noi non cerchiamo lo scontro, e ieri lo abbiamo saputo dimostrare. Vogliamo essere ascoltati, vogliamo contare qualcosa, non ci stiamo a pagare la crisi per tutti. Ora magari la Gelmini dirà, di nuovo, che gli studenti che protestano sono poche migliaia rispetto ai nove milioni di studenti italiani: ora, con tutto il rispetto per la signora Gelmini (che tra l’altro, mia semplice opinione, coi tagli deve entrarci ben poco, visto che il decreto è di ordine economico, e quindi l’eminenza grigia che ha subaffittato il cervello del ministro dell’istruzione è evidentemente Tremonti; la Gelmini ci sta mettendo solo la faccia, con notevole paraculismo, certo, ma è notorio come al Grande Capo i servetti piacciano così), vorrei dire che io in tutta onesta non ce li vedo i bambini delle elementari in piazza tra i collettivi ed i sindacati, ed è altresì evidente che le proteste che hanno coinvolto la scuola primaria avranno assunto forme differenti, come avvenuto a Roma, se non erro, dove sono state organizzate lezioni all’aperto dai Ricercatori delle università per i bambini delle elementari, o altre ancora. La verità è che stavolta i contenuti ci sono, e c’è anche la ragione, se mi si permette: gli studenti hanno fatto ben altro che occupare, hanno organizzato incontri, lezioni in piazza (si veda il caso di Margherita Hack a Firenze, incontro organizzato dagli studenti della mia facoltà, tra l’altro), maratone non stop di protesta (ad esempio, come al dipartimento di matematica "Ulisse Dini" di Firenze, con la 24 ore non stop di lezioni tenute da professori dell’intero ateneo), sit-in, flash-mob, volantinaggi e molto altro. Qui non c’è solo "poca voglia di studiare, strumentalizzazioni della sinistra, dei sindacati, gente che non ha letto nè capito il decreto". Qui c’è ben altro. Purtroppo già oggi i televideo di Rai e Mediaset fanno passare in secondo piano le notizie della grande manifestazione popolare di ieri dando ampio risalto, invece, alle solite polemiche sugli incidenti di mercoledì, tra l’altro inscenati ad arte dai soliti noti. Mi fa comunque sorridere ancora la questione dei numeri, già da qui si vede quanta paura questi signori abbiano del dissenso: solo 100.000, dice la questura. Due sole constatazioni: per la manifestazione di ieri sono partiti circa 1000 pullman, decine di treni speciali, e si è stimato un movimento di decine di migliaia di automobili di privati diretti verso la capitale per manifestare, senza contare chi a Roma ci vive. Immaginiamo ci fossero una medie di 50 persone per autobus (sul mio eravamo 51, ad esempio, ma qui non stiamo contando gli autobus a due piani o di maggiori dimensioni, e magari sovrastimiamo su alcuni che potevano non essere del tutto pieni), alcune centinaia di persone per treno ed una media di 4 persone per automobile privata, più tutti gli accorsi alla manifestazione da Roma stessa. Secondo me il conto fa un pò più che 100.000. Vedete voi. E chiudo collegandomi all’altro video che aggiungo a questo post, con un semplicissimo calcolo matematico che può dare la misura delle bugie che dice chi sta al governo, e non chi protesta. Nel 2006, il centrodestra tenne quella famosa manifestazione in P.zza San Giovanni a Roma, Berlusconi e i suoi squadristi parlarono all’epoca di due milioni e mezzo di persone, dei dati della Questura non s’è avuto notizia e tutti mezzi di informazione si sono uniformati al dato suddetto. Sabato scorso, manifestazione del PD al Circo Massimo: Veltroni parla di due milioni e mezzo di persone, la questura dice 200.000, e questo è l’unico dato cui si dà risalto sui mezzi di informazione (ah, beato conflitto di interessi). Adesso vi propongo un giochino: armatevi di calcolatrice. Fatto? Bene. Dovete sapere che P.zza San Giovanni conta un’area di 39.000 metri quadrati, ed il Circo Massimo invece di 140.000 metri quadrati: se non ci credete, armatevi di metro e pazienza e verificate da voi stessi. Si può stimare che in 1 mq "entrino" un massimo di 4 persone. Moltiplicando 39.000 mq per 4, troverete che P.zza San Giovanni può ospitare al massimo 156.000 persone; moltiplicando altresì 140.000 mq per 4 troverete come il Circo Massimo possa ospitare fino a 560.000 persone, che sono 3,59 volte tante, per l’esattezza. E già i conti non tornano. Però è interessante notare quante persone si sarebbero dovute stipare in un metro quadro per riempire P.zza San Giovanni con 2.500.000 convenuti circa: è un calcolo semplicissimo, si fa dividendo i 2.500.000 persone per i 39.000 mq disponibili nella piazza. Torna 64 persone per metro quadrato: a me personamente piacerebbe proprio vederle 64 persone in un quadrato di un metro per un metro. Siamo a livelli degni della vecchia scommessa "vediamo in quanti si riesce ad entrare in una 500", e in effetti anche a livello culturale siamo lì.
Questo non per fare una guerra di cifre, che a me non interessa affatto, ma solo per dare la sveglia. Svegliatevi! Spegnete la televisione e uscite di casa, aprite la finestra e guardate fuori. Non è tutto rose e fiori, c’è dell’altro. Ma il cambiamento richiede l’impegno di noi tutti. Io ce lo metterò, e voi? Voi che farete?

2 Risposte a “Io sto col movimento”

  1. Ottimo articolo che condivido per larga parte, così come condivido le proteste che state portando avanti.

    E’ vero: la battaglia dei numeri sulle manifestazioni di piazza è uno degli aspetti più risibili della politica italiana.

  2. Quello che fa star male è vedere come tutto venga sottovalutato, depauperato, svuotato di senso. Basta un servizio del tg, una pagina del televideo e da persona che combatte per i diritti di tutti ti trasformi in mostro, violento, facinoroso e terrorista (e chissà cos’altro).

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