Jackson Pollock: un ricordo

Oggi ricorre il novantasettesimo anniversario della nascita di Jackson Pollock, artista che non esito a definire come massima ispirazione per la musica di questo nostro laboratorio: è quindi per me naturale la necessità di ricordarlo in qualche modo. Ho scelto di farlo presentandovi due sue opere, molto diverse tra loro ed entrambe, a modo loro, molto famose, che sono Lavender Mist (1950) e The Deep (1953). Molto diverse tra loro perchè la prima, Lavender Mist, presenta, a differenza della seconda, tutti gli elementi tipici dell’action painting di Pollock, e cioè il dripping, lo sgocciolamento del colore sulla tela, che per quanto possa sembrare casuale segue invece una ben precisa scansione ritmica, fino a dare alla tela in questione una precisa “orientazione”, una ricchezza di composizione, una complessità cromatica ed una “tensione” che difficilmente l’artista americano sarebbe riuscito a replicare. Lavender Mist risale al periodo di maggior ispirazione e potenza espressiva di Pollock, quello compreso tra il 1949 ed il 1951, e ne è in qualche modo il massimo prodotto: avendo avuto la fortuna di vedere in prima persona qualche tela di Pollock, mi trovo costretto ad ammettere come la visione d’insieme (ed in particolar modo nelle piccole dimensioni possibili in questa colonna del mio blog) non riesca a risolvere compiutamente la tensione dell’intera opera, che si avverte molto di più quando si può avere un contatto diretto con la tela, un contatto ravvicinato, allorchè l’ordine, quasi il peso e la materialità delle pennellate divengono “tangibili”, e la scansione ritmica delle stesse evidente. Come dicevo, due opere diverse tra loro: The Deep, uno degli ultimi lavori realizzati da Pollock, sembra compendiare in sè tutto l’esatto contrario di quanto sin qui detto, l’opposto di quello che potremmo banalmente riconoscere come lo “stile Pollock”. La pennellata frenetica, ritmica di Lavender Mist, viene sostituita dalla tendenza a riunire le superfici dello stesso colore, piuttosto che disperderle lungo la tela: così la grande parte bianca dell’opera contrasta efficacemente con la traccia nera, che la taglia nella zona centrale come una ferita dolorosa, aperta. Questa è un’esplicita The Deep, J. Pollock (1953)contraddizione del principio uniformatore delle altre opere di Pollock, come appunto la sopra citata Lavender Mist, quello di “attribuire alla superficie pittorica una vibrazione ritmica” (cfr. L. Emmerling, Pollock, ed. Taschen). Laddove in Lavender Mist avevamo inquietudine, un bagno multicolore in qualche modo cadenzato nei modi, nelle pennellate, nelle sfumature, in The Deep troviamo un enorme spazio bianco, rappreso per quanto sul punto come di “gonfiarsi”, che sembra respirare, e sul quale si allarga una macchia scura, come già detto una sorta di ferita aperta e dolorosa. La scansione ritmica è sostituita da un movimento molto più sotterraneo, uno sforzo ed un ribollire che sembra risiedere dentro il colore. In pratica The Deep riunisce le superfici, ponendole in diretto contrasto tra loro. La simbologia psicoanalitica che si può ritrovare in questo quadro, come da molti accreditato, è ovvia e scontata, data la forma dello spazio nero che lo squarcia al centro, e per quanto un rapporto tra le teorie psicoanalitiche e la pittura di Pollock possa essere ragionevolmente rinvenuto nello studio della vita dell’artista americano (si vedano quelli che sono noti come “Disegni Psicoanalitici”, donati al suo psicanalista dottor J.L. Henderson, o il fatto che Pollock pareva conoscere direttamente molto opere di psicoanalisi), personalmente non ho i mezzi per lanciarmi in interpretazioni troppo ardite. Per ricordare questo grande artista, vi invito a visitare qualcuno dei numerosi musei d’arte moderna sparsi sul globo terracqueo che espongono le sue opere e, per adesso, ad accontentarvi di queste due “piccole” foto, che spero vi spingano soprattutto ad approfondire, anche sull’onda delle mie poche, misere ed inadeguate impressioni.Potete visitare il sito della Pollock- Krasner Foundation cliccando qui; qua trovate un interessante “giochino” in flash che vi permetterà di giocare a fare i Pollock per un pò. Numerose notizie sulle singole opere dell’artista americano possono essere rinvenute nei vari siti dedicati all’arte ed alla storia dell’arte, o anche nei siti dei musei che espongono opere di Pollock (un esempio, la Tate Modern di Londra). Buona lettura, buona ricerca… e buona visione

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