“di universi paralleli”, il nostro nuovo album

"di universi paralleli"

E alla fine oggi è l’8 dicembre e, come promesso, esce il disco che trovate alla fine di questo post, intitolato di universi paralleli. Cercherò di non attaccare un pippone ma potrei non riuscirci. Però vorrei spendere due-parole-due sulla faccenda.
L’avventura di queste otto canzoni è cominciata circa 6 anni fa, quando cominciai a buttar giù i primi testi: in mezzo ci sono state ore e ore di prove, registrazioni, altre prove, lunghe pause, ripensamenti, scoramenti, improvvise speranze e, negli ultimi tempi, la preparazione del live per il release party di mercoledì prossimo. Le due parole che voglio dire sono di ringraziamento: un grazie a
Alessio Chiappelli, che indovina a naso le cose che vorrei esprimere e le tramuta in splendida musica dal 2008; un grazie a Andrea Agostini, senza il quale le sezioni ritmiche di questo lavoro sarebbero state assai meno imprevedibili e, di fatto, l’intero lavoro assai meno “vivo”; un grazie a Duccio Stefanelli, che 5 anni fa c’ha messo 3 minuti di sassofono che poi sono stati falcidiati e ridotti a pochi secondi (e ci dispiace ancora tanto) ma sono secondi fondamentali; un grazie a caratteri cubitali va a Francesca Ulivi, che si è fiondata nel progetto ed è stata in grado di tramutare delle poesie balbettanti in canzoni vere, compiendo quello che ancora oggi mi appare come un autentico miracolo e sbloccando un impasse che durava da anni (se non fosse avvenuto questo incontro, dubito che oggi ascoltereste questo CD finito); un grazie a Matteo Gandini, che ha preso la materia quasi informe e l’ha trasformata in un disco finito, con infinita pazienza e disponibilità; un grazie a Laura Camelli, in arte La Came, che c’ha messo la penna (e la macchina fotografica, e photoshoppe) per realizzare un artwork che è un piccolo capolavoro, nonostante la mia pessima grafia; e un grazie a Fabio Pocci che si è lanciato con me in questa cosa di MelaVerde Records e che, in fondo, all’inizio di quest’anno, quando ho deciso di concludere in qualche modo questo progetto, probabilmente era l’unico che ci credeva davvero.
Insomma, non voglio dilungarmi, però dovrei ringraziare tanta di quella gente e tante di quelle cose che, alla fine, questo post sarebbe più lungo del testo di qualcuna delle canzoni che, spero, ascolterete. Per adesso l’album è in streaming gratuito e si può scaricare per una cifra simbolica, nell’ottica di rientrare nelle spese di stampa e per finanziare i futuri progetti di
MelaVerde Records (che ci sono, e sono ambiziosi). Per chi di voi ci sarà al release party (qui le info: MelaVerde Night@Biblioledì: eoslab release party) e, magari, alle prossime date dal vivo (che spero comunicheremo presto), sappiate che esiste un’edizione fisica in un numero limitato di copie ma comprendente l’intero artwork di Laura e, compreso nel prezzo, l’accesso al download della copia digitale.
Credo di non avere altro da dire, se non che è stato un privilegio lavorare con tutte le persone coinvolte in questo progetto, scambiare opinioni, idee, scazzi, risate e lunghe serate in salette invase dalla muffa per provare a restituire una dignità live a questo lavoro. Concludo ringraziando di nuovo
Stefano Venturini per tutto quel che ha fatto per MelaVerde Records fin dall’inizio del progetto, all’alba di questo 2016, e per il costante supporto. Colgo l’occasione anche per ringraziare un altro ottimo amico di MelaVerde Records, Francesco Falorni, che ha fatto diversi live con noi in situazioni spesso al limite dell’umano.
Grazie a tutti, e ora beccatevi il disco. Che, come scriveva
Allen Ginsberg, risponde ad una sola vera esigenza: “I search for the language/ that is also yours-“.

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