Snow In Mexico, "s/t"

Pare proprio che in Messico non nevichi tanto spesso, e questo deve essere un vero peccato, almeno a giudicare dall’ep omonimo degli Snow In Mexico, duo romano composto da Massimiliano Cruciani e Andrea Novelli. A parte facili battute, le quattro tracce contenute nell’ep degli Snow In Mexico, minimali e malinconiche, dal forte trasporto emotivo e di accecante ricchezza e brillantezza compositiva, costituiscono un biglietto da visita estremamente interessante. Apre il lavoro You And My Winter, con una voce travolta dagli effetti che conduce come attraverso uno spesso muro di ghiaccio: l’atmosfera, gelida ed irreale, è riscaldata soltanto da una nota malinconica dolce e diffusa prodotta dai riverberi abbaglianti della chitarra e dagli echi, i feedback e le piccole tempeste elettroniche, scandite dalle ritmiche minimali della batteria, di cui risuonano questi circa quattro minuti capaci di sospendere animo e mente a mezz’aria, lasciando la pelle d’oca all’ascoltatore. You and my winter, musicalmente curatissima, rappresenta forse il momento più alto dell’intero lavoro, dotato di una melodia difficile da dimenticare, ed è certamente un ottimo pezzo d’avvio. La successiva Velvet avvolge l’ascoltatore lasciando salire il ritmo: la voce è sempre carica di effetti e i feedback e i rumori lasciano crescere una melodia diretta, semplice e bella, senza mediazioni. Ride è un ottimo esempio di quella che potremmo definire “musica visuale”, o meglio “visiva”, in qualche maniera in grado di stimolare l’orecchio e… l’occhio: i riverberi e gli echi profondissimi fanno da sfondo a lontane e lancinanti chitarre che squarciano l’orizzonte, e sembra davvero di assistere coi propri occhi a qualcosa come la formazione di tanti piccoli e precisissimi cristalli di ghiaccio. La melodia disegnata dalla voce, distante ed eterea, è ancora in grado di rapire l’ascoltatore, e il brano si spegne e sfocia direttamente nella conclusiva Cinema 5010, che recupera quella malinconia assaporata nella traccia d’apertura mescolandola con ritmiche decise, pitch, suoni atmosferici e momenti di pieno alternati agli spazi della voce e delle chitarre, già cariche di effetti come a preludere alla nuova, definitiva esplosione sonora, prossima a compiersi. Cinema 5010 è, come detto, un pezzo estremamente malinconico, ed il suo conclusivo esaurirsi in un profondo e lento fade out spinge immediatamente a far ripartire il dischetto dall’inizio, per lasciarsi di nuovo accompagnare dal dolce suono di questo “tenue, infinito cadere” di rilkiana memoria che assomiglia tanto al suono delle scorrere della nostra vita. In definitiva, gli Snow In Mexico ci regalano quattro brani che attingono allo shoegaze e al dream-pop rileggendoli ed adattandoli al nostro mondo d’oggi, una musica estremamente moderna per quanto, nelle sue istanze ispiratrici, evidentemente proveniente da una profondità che riecheggia lontanissima nel tempo, come il suono della solitudine, dell’abbandono, il rumore che fanno le foglie che cadono e la luce che si spegne, e quel bisogno di calore che ripari dal freddo esterno di cui già avevo avuto modo di parlare in passato su queste pagine, contestualmente ad altri album; quattro tracce che è impossibile non consigliare, perché mai come stavolta l’ascolto può essere gravido di autentiche soddisfazioni.

Alcune informazioni e approfondimenti: per ascoltare l’intero ep in streaming, visitate la pagina MySpace della band; oltretutto gli Snow In Mexico hanno deciso di permettere a chiunque il download del proprio ep, e per poter dunque scaricare l’album vi sarà sufficiente cliccare il sito ufficiale del gruppo e seguire le indicazioni… e scegliere, se preferite, di scaricarlo gratuitamente o di finanziare il progetto e sentirvi partecipi. Ah, dimenticavo: qui trovate un’altra recensione dell’ep. Buon ascolto e buona lettura!

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